Le domande più frequenti per un aspirante Filmmaker

Intervista a Marco Recalchi, docente della Masterclass in Cinema e Filmmaking.

“La tecnologia è in continuo mutamento. In particolar modo il mondo della fotografia e del video, hanno subito in questi anni una rapida evoluzione.
La rapida ascesa subita tra il 2002 con l’introduzione del primo sensore progressivo – prodotto da Panasonic con la mitica DVX100 – è stato il passaggio determinante del mondo del video al full frame”.

Cosa si intende per full frame?

“Innanzitutto il termine full frame è fuorviante.
Iniziai a fare fotografia da bambino e scattavo con la Canon E1 Progam che montava pellicole 135mm (dette anche 35mm).
Quel formato classico della fotografia amatoriale ci propone la dimensione di fotogramma 24x36mm.
Per full frame intendiamo solo questo: un sensore digitale che rispecchia questa caratteristica.”

Cosa ha di diverso dagli altri sensori come APSC, Micro 4/3 e Super 35?

“Spiegare il super 35 in poche parole non è semplice (lo farò durante la Masterclass di Cinema dedicandoci il tempo adeguato).
Posso dire che gli altri sensori nominati sono semplicemente più piccoli del 24×36.
Il cinema, avendo una pellicola che scorre verticalmente – e non orizzontalmente come nel caso della fotografia – seppur montando una pellicola pressoché identica a quella fotografica, ha uno spazio orizzontale minore.
Questo rende il classico fotogramma cinematografico più piccolo rispetto quello fotografico.
Il cinema è sempre stato fatto così tranne nei casi in cui si utilizzavano pellicole 65mm (poi gonfiate a 70mm per la proiezione in sala).”

Una domanda sorge spontanea: è importante acquistare una videocamera full frame?

“Molti videomaker sono attratti dal full frame perché, essendo più grande, ha un minore fattore di crop e ci permette di sfruttare al massimo la focale di una lente. Questo fa si che il DOF (depth of field o profondità di campo) sia minore.
Nel cinema si è sempre cercata la profondità di campo tema che verrà approfondito nella  masterclass di filmmaking.
Ridurre il DOF non rende la scena più cinematografica. Ciò che dà questo look molto ricercato è tutto il resto: il volto dell’attore la location, la fotografia, i costumi… tanti frammenti che messi assieme donano quell’aulico aspetto che chiamiamo cinematografico.
Il sensore più ampio potrebbe avere, anzi, degli aspetti negativi in termini fotografici.”

Spiegati meglio. Cosa intendi?

“Le lenti cinematografiche, seppur perfette, hanno dei difetti che sono fisici. Questi difetti aumentano più ci avviciniamo ai bordi dell’immagine (quindi della lente).
Il full frame, ha la caratteristica di sfruttare al massimo la lente evidenziando queste imperfezioni.
Io utilizzo il sensore super 35 ed anche RED ha sempre spinto in quella direzione.
Ho utilizzato spesso Alexa LF large format, ma a mio parere le lenti sotto il 25mm sono quasi inutilizzabili.

Il bello del cinema è che non ci sono vere regole ma solo indicazioni. Ognuno ha il suo stile.
Quando la scena lo richiede anche io opterei per un minore DOF, ma non apprezzo le eccessive aberrazioni perchè distraggono il pubblico.
Potrei spendere ore a parlare di lenti e dei loro difetti che spesso sono ricercati e giudicati artistici.
Direi che è meglio puntare ad una macchina che a parità di qualità abbia un corpo adeguato all’utilizzo cinematografico, piuttosto che un sensore full frame. Ma questo è solo un mio parere!”

Marco Recalchi
Regista, Produttore e Docente Skyup Academy 

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